Leonardo da Vinci

Leonardo di ser Piero da Vinci (meglio conosciuto come Leonardo da Vinci) nasce a Vinci (un comune italiano vicino Firenze) nel 1452 e muore ad Amboise nel 1519.

È, forse, il più conosciuto artista del Secondo Rinascimento.

Incarnava in pieno il significato di “artista eclettico“, in quanto fu un pittore, un ingegnere, uno scienziato (si occupò particolarmente di anatomia), un architetto, uno scultore, uno scenografo e un musicista.

“Fu tanto raro e universale, che dalla natura per suo miracolo esser produtto dire si puote: la quale non solo della bellezza del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtù volse anchora farlo maestro. Assai valse in matematica et in prospettiva non meno, et operò di scultura, et in disegno passò di gran lunga tutti li altri. Hebbe bellissime inventioni, ma non colorì molte cose, perché si dice mai a sé medesimo avere satisfatto, et però sono tante rare le opere sue. Fu nel parlare eloquentissimo et raro sonatore di lira […] et fu valentissimo in tirari et in edifizi d’acque, et altri ghiribizzi, né mai co l’animo suo si quietava, ma sempre con l’ingegno fabricava cose nuove.”

(Anonimo Gaddiano, 1542)

LA GIOCONDA

Leonardo da Vinci, La Gioconda, 1503–1506 circa, Olio su tavola, 77×53 cm. Museo del Louvre, Parigi
Leonardo da Vinci, La Gioconda, 1503–1506 circa, Olio su tavola, 77×53 cm. Museo del Louvre, Parigi

La Gioconda è, forse, l’opera più conosciuta in tutto il mondo di Leonardo. In questa tavola, ricoperta da un alone di mistero non indifferente, si riconosce subito la tecnica dello sfumato di Leonardo.

La donna è seduta, girata a sinistra, ma con il volto leggermente rivolto verso lo spettatore. Lo sfondo è immaginario, e la parte sulla sinistra è evidentemente posta più in basso di quella a destra.

“nella Gioconda, l’individuo – una sorta di miracolosa creazione della natura – rappresenta al tempo stesso la specie: il ritratto, superati i limiti sociali, acquisisce un valore universale. Leonardo ha lavorato a quest’opera sia come ricercatore e pensatore sia come pittore e poeta; e tuttavia il lato filosofico-scientifico restò senza seguito. Ma l’aspetto formale – l’impaginazione nuova, la nobiltà dell’atteggiamento e la dignità del modello che ne deriva – ebbe un’azione risolutiva sul ritratto fiorentino delle due decadi successive. […] Leonardo ha creato con la Gioconda una formula nuova, più monumentale e al tempo stesso più animata, più concreta, e tuttavia più poetica di quella dei suoi predecessori. Prima di lui, nei ritratti manca il mistero; gli artisti non hanno raffigurato che forme esteriori senza l’anima o, quando hanno caratterizzato l’anima stessa, essa cercava di giungere allo spettatore mediante gesti, oggetti simbolici, scritte. Solo nella Gioconda emana un enigma: l’anima è presente, ma inaccessibile”

(Charles de Tolnay, 1951)

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